domenica 9 dicembre 2007

Dispensa di una lezione (parte 2)

Continuiamo con la diapensa:


Filettature (parte 2)

5-Quotatura delle filettature

La quotatura si riferisce al diametro esterno. E’ legata quindi alle linee grosse della vite e a quelle sottili del foro. Il diametro da quotare è quello nominale comune a vite e madrevite.
Per disegnare e quotare correttamente un foro cieco è utile seguire le fasi di lavorazione che lo caratterizzano, cioè foratura, eventuale svasatura e maschiatura. Il tratto di filetto incompleto è dovuto all’estremita conica del maschio.
Dal punto di vista della furizionalità è indispensabile garantire che la lunghezza della filettatura del foro risulti eccedente rispetto alla lunghezza di penetrazione della vite.
Per questo motivo la foratura deve essere da tre a cinque il passo più profonda rispetto al tratto di filetto che si pensa di impegnare.
Esistono norme (UNI5709, UNI5710, UNI ISO 4755) che regolamentano le dimensioni delle gole di scarico per filettatura che hanno i seguenti scopi:
1) evitano di avere un tratto terminale filettatura incompleta;
2) nel caso di filettature da macchina utensile di taglio, permettono il disimpegno dell’utensile ad ogni passata per evitare l’urto contro lo spallamento;
3) permettono di avvitare una vite fin contro lo spallamento o fino in fondo ad un foro;
4) si evitano bave nella parte finale del filetto lavorato.



6-Organi di collegamento filettati

Gli accoppiamenti tramite filettature si realizzano con i seguenti organi di collegamento definiti nelle loro dimensioni e caratteristiche da norme internazionali:

Vite
E’ un perno filettato in parte o completamente con o senza testa. Esistono diverse tipologie definite da norma.

Vite prigioniera
E’ un perno con le estremita filettate, una detta radice avvitata a fondo in un foro filettato, l’altra detta gambo inserita in un foro passante nel pezzo da collegare.

Dado
E’ la madrevite che realizza il bloccaggio avvitandosi sulla vite.

Rosette
Ne esistono di varie forme. Hanno lo scopo principale di ampliare la superficie di pressione del dado. Oltre alle rosette ordinarie se ne costruiscono per impieghi speciali, soprattutto per ostacolare lo svitamento spontaneo dei dadi.
Ecco, ad esempio, le principali tipologie di viti:


I tipi di collegamento che si possono realizzare sono:

Vite mordente
Si avvita in un foro filettato ricavato nell'ultimo dei pezzi da unire

Vite prigioniera
Si utilizza un prigioniero serrato tra radice e dado.

Bullone
Quando è munita di dado, la vite prende il nome di bullone. I particolari da serrare, muniti di fori passanti, sono impegnati fra dado e testa della vite.

Nella tabella seguente siono rappresentati i principali dispositivi contro l’allentamento spontaneo delle viti.

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